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1978 Grafica - Arte Studio Ganzerli di Napoli senza Tatafiore 12-24 Giugno

 
ARTICOLO DI GINO GRASSI SUL QUOTIDIANO '' ROMA'' DEL 21 GIUGNO 1978

Dopo i successi riportati in tutta Italia la mostra è presentata a Napoli La neo-astrazione del ''Gruppo napoletano'' ''processa'' il quadro ed entra nell'architettura La significativa rassegna intitolata '' Geometria e ricerca'' vede la partecipazione quasi compatta dei più forti artisti nostri esponenti del '' Neo costruttivismo''- Lo spazio urbano

«Geometria e ricerca» è il titolo di una mostra alla quale partecipano sei tra i più significativi rappresentanti della ricerca astratta in Italia. I protagonisti di questa importante manifestazione sono tutti e sei napoletani e portano avanti, ciascuno per conto suo e con investigazioni personalissime, un discorso nuovo nel contesto delle operazioni neo-astratta e costruttivistiche. Gli artisti che partecipano all'originale collettiva (che si svolge allo studio Ganzerli sono: Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo A. Riccini, Riccardo Trapani e Giuseppe Testa. Bisogna aggiungere, per onestà che questo gruppo di ricerca è nato dopo una serie di fortunate personali allo stesso Studio Ganzerli, e il successo riportato nonchè l'affinità della investigazione hanno convinto Barisani e i suoi più giovani amici a presentarsi uniti al giudizio del pubblico. Su tutti e sei i pro- tagonisti di questa rassegna sono più volte intervenuto con commenti critici: è necessario, tuttavia fare il punto su queste operazioni mettendo in rilievo altresì gli sviluppi più recenti di un discorso che apre all'arte strade (forse) inesplorate. Renato Barisani presenta le sue creazioni più recenti. In questi lavori felici del geniale artista (che è passato dall'astrazìone vera e propria ad una indagine neo-costruttivistica) è possibile verificare non solo una nuova idea di forma ma una nuova visione dello spazio e della luce, cui va aggiunto, fatto importantissimo, un senso assai spiccato della funzione. In queste direzioni ultime Barisani usa soltanto tonalità bianche e nere per far meglio risaltare la funzione plastica del ''quadro''. Le opere neocostruttivistiche di Barisani sono chiamate dal suo autore « Strutture modulari », perchè pur possedendo una morfologia ben definita, si prestano a sempre nuove elaborazioni in cui la partecipazione del fruitore diventa fondamentale. Insomma, il consapevole artista fornisce le strutture-base (da riprodurre pure in serie) spetterà a chi entra in possesso delle sculture di operare una scelta compositiva. Ma questo è solo un lato della ricerca di Barisani. L'importante è che il geniale artista compie la propria investigazione sulla forma in funzione del suo inserimento nella realtà urbana. Come a dire che la ricerca di Banisani non solo sconfina nell'architettura e non tende a rimanere pura creazione estetica ma cerca di avvicinarsi quanto più possibile al tessuto so- ciale investendo in pieno i grandi problemi dell'uomo (italiano) di oggi. Gianni De Tora è una delle più inattese rivelazioni nel campo specifico della ricerca astratta. Ha compiuto passi da gigante in un periodo limitatìssimo di tempo. Partito da posizioni espressionistì- che, De Tora ha iniziato un discorso sulla forma e sulla filosofìa della forma, riuscendo ad affrancarsi dai problemi di pura staticità e ad entrare nel vivo delle trasposizioni cinetiche degli elementi fondamentali della geometria; principalmente la sfera, iI cerchio ed il triangolo. De Tora si serve del colore in maniera assai intelligente per giungere ad un «punto di fusione surreale» tra «il dato razionale» che è offerto da corpo geometrico preso come tale e il «dato naturale». In sostanza De Tora cerca di far coincidere tutto ciò che è «a priori» (tra cui la circolarità, la palla, i pianeti, ecc.) con ciò che è ''a posteriori'' (cioè nato dalla ragione). Una identificazione quasi perfetta tra ''regola'' e fantasia. Carmine Di Ruggiero è un artista di complessa personalità e di approfonditi orientamenti. Il suo cammino ha seguito una evoluzione sicura e non ha subito nè tentennamenti nè contraddizioni. Partito da un informale di personalissima elaborazione, Di Ruggiero s'è orientato prima verso operazioni '' new dada '' poi ha debordato verso l'analisi della forma razionalizzata. Da qualche anno Di Ruggiero indaga sul triangolo. E' chiaro che, addentrandosi nell'indagine matematico filosofica, l'impegnato artista doveva per forza giungere ad un discorso di questo tipo. Per i pitagorici il triangolo fu il simbolo di ogni perfezione. Di Ruggìero adopera questo elemento per due operazioni distinte: una prima, spaziale-matematico-filosofica ( il triangolo come armonia e il trian- golo come rappresentazione di una perfezione socio-razionalistica) : una seconda, puramente segnica. Il triangolo diventa un elemento alfabetizzato, un simbolo di codice come il « formicone » di Capogrossi. Ne vengono fuori composizioni di alta creatività! (specie le ultime) che le considero vere e proprie « sinfonie» segnico-coloristiche. Riccardo A. Riccini è un giovane artista schivo ed introverso ma assai ricco di talento. Riccini opera nel contesto dell'astrazione ma la sua è più un'analisi critica che cerca di affrontare ciò che avviene a monte dell'opera nel contesto dell'astrazione ma la sua è più un'analisi critica che cerca di af- frontare ciò che avviene a monte dell'opera d'arte. Un problema, come si vede, tutto concettuale. Lo dice lo stesso Riccini : ''Ho sempre lavorato, prima dell'immagine, sotto, a saggiare l'articolazione del costituirsi del senso interno della pittura nei rapporti della dialettica produttiva: dopo il mo- mento ('65-'67) della immaginazione tra automatismo e associazione iconica analogica, dopo la convenzione rappresentativa ('73, prospettive) tendo ora a dipingere le relazioni tra materiale e pro- cedimenti ''….Guido Tatafìore, che fu con Barisani il fondatore del Gruppo astratto-concreto dopo la parentesi in seno al Gruppo Sud, è ritornato sulla grande ribalta dopo qualche anno di voluto silenzio. Oggi egli ha imboccato la strada neo-costruttivistica con una impostazione concettuale. Come a dire che al di là delle analisi sui corpi geometrici, Tatafiore punta ad un ''distinguo'' tra un ''tempo pubblico'' ed un ''tempo privato'' inserendo, in questo contesto, il colore. Una maniera originale per riabilitare l'apporto coloristico. C'è poi in Tatafiore un ritorno al ''quadro'' come elemento di confluenza di situazioni più disparate. Tatafiore rimane un artista geniale, che cerca di fondare elementi pura- mente fantastici con altri dedotti dall'analisi razionale della realtà. Giuseppe Testa è un ricercatore di notevole capacità analitica che tende ad un inserimento delle sue investigazioni astratte in un modulo architettonico. Le ''linee-forza'' di Testa tendono a costruire e a costituire uno ''spazio razionale'' che si identifica in una situazione mentale. Quindi nessuna frat- tura tra progettazione e opera stessa. Trapani è un artista il cui rigore operativo è ormai noto. Egli tuttavia non si ferma a delle considerazioni neo-astratte: tende all'osmosi plastica ed all'inserimento nell'architettura. Come a dire che Trapani si pone chiaramente il problema dello spazio come utilizzazione razionale e come problema sociologico. Le raffinate opere presentate in questa bella rassegna che chiude l'anno di mostra da quell'operoso e intelligentissimo operatore che è Gaetano Ganzerli ce lo provano ampiamente.

 
 
RIVISTA IL LABORATORIO ANNO II - 12/15 GIUGNO/SETTEMBRE 1978 NELLA RUBRICA DEL NOTIZIARIO PAGINA PUBBLICITARIA DEDICATA ALLA MOSTRA
 
 
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